I quartieri periferici della città di Bari, lontani dal centro storico consolidato e dal nucleo ottocentesco - cuore commerciale della città - , sono frutto dello sviluppo a macchia d'olio avviato (e mai arginato) con il piano regolatore Calza Bini-Piacentini (1952-1954), rafforzatosi nel tempo dall'istituto della variante e della licenza in deroga.
In prossimità del quartiere Poggiofranco, costituitosi negli ultimi trent'anni quale nuovo nucleo residenziale e direzionale della città, si inserisce l'intervento dello studio Sancilio; il progetto si pone in continuità con le linee disegnate dal successivo piano Quaroni (adottato nel 1973), teso a configurare le prospettive di sviluppo a livello metropolitano di una "cittàregione" e a costituire, in zone urbane ancora connotate dalla tensione città-campagna, centralità nuove ed autonome capaci di porsi quali inediti poli di crescita e mediazione rispetto ai comuni limitrofi di prima corona. Secondo la strategia delle "nuove centralità", nella stessa macro-area, in tempi recenti Oriol Bohigas ha disegnato e ipotizzato un nuovo quartiere attrezzato e, prima di lui, nel 1992 Aldo Rossi fu autore di un progetto di massima per la nuova sede del Politecnico "capace di creare nuovi riferimenti e nuove indicazioni", da realizzare sul prolungamento degli assi infrastrutturali.
Nel disegno planimetrico, infatti, è rilevante la presenza dell'asse infrastrutturale Nord-Sud, previsto dallo stesso piano, asse direttore di crescita e segno ordinatore dei rapporti mor fologici del territorio; tale segno, che trova proprio nel quartiere Poggiofranco il suo baricentro, e che conduce dall'entroterra al por to della città, attraversandone le stratificazioni edilizie e storiche, costituisce il punto di forza del nuovo complesso abitativo disegnato dallo studio barese che si pone, dunque, quale ulteriore frammento di un disegno di piano complesso e lungamente disatteso.
Nel dettaglio, e secondo il programma integrato afferente alle pluralità di funzioni e ai diversi soggetti coinvolti, l'intervento destina 10.000m2 (30.000m3) a edilizia sovvenzionata, per un totale di 100 alloggi in un unico corpo di fabbrica, 5.000m2 (15.000m3) a edilizia agevolata, per un totale di 50 alloggi e 200 alloggi per un totale di 27.000m2 (80.000m3), all'interno di sei corpi di fabbrica che poi definiscono la quinta lungo l'asse viario. Infine, i 122.000m2 per l'edilizia non residenziale, si dividono in 82.000m2 (25.000m3) per la parte commerciale e 40.000m2 (15.000m3) con funzioni direzionali.
Il progetto, all'interno di un lotto di forma irregolare, si compone così di due cortine disposte a delimitare uno spazio verde pubblico, aperto agli sviluppi futuri dell'asse Nord-Sud, dove sono collocate aree di ritrovo e di sosta e spazi di gioco per i bambini, e un secondo giardino interno, concluso e più intimo, a diretto contatto con i corpi residenziali.
L'intero intervento sembra fa proprie più istanze rivenienti dalla "storia" e dalle urgenze di un quartiere nuovo e in espansione.
I volumi alti delle torri residenziali si avvicinano ai profili degli edifici esistenti, caratteri distintivi della fisionomia di un'intera parte di città che voleva, sin dai primi anni di edificazione, e vuole tuttora mostrarsi emancipata e capace. Ancora, soprattutto se si riguarda lo sviluppo planimetrico e la ricerca di spazi differenziati e filtrati in relazione alle diverse tipologie di utenza, il nuovo complesso sembra riguardare l'esperienza dei vicini complessi 167, realizzati con i fondi della legge del 1962 che a Bari, nella zona di Poggiofranco, hanno rappresentato l'esperienza di maggior successo rispetto ad altre zone della città, e ancora oggi connotano significativamente l'attività quotidiana degli abitanti residenti e quelli dei quartieri vicini.
Certo se ne distingue per la cura con cui i progettisti hanno scelto e selezionato i materiali di rivestimento per le facciate, gli spazi interni comuni e le pavimentazioni delle zone a verde. Una dedizione esuberante che con la quantità e la varietà cromatica delle superfici definisce e caratterizza ogni ambiente e, ancora, contraddistingue ogni destinazione funzionale alternando colori caldi con colori più freddi e contrapponendo finiture lisce con superfici opache, nel tentativo di disegnare spazi intimi ed eleganti.
Obiettivo, dunque, è restituire dignità all'abitare comune - nel doppio senso di quotidiano e collettivo - e alla residenza: particolare attenzione è stata, dunque, dedicata alla porzione residenziale dei volumi, attraverso l'impiego di materiali Fiandre con lastre in Pietra Dorata 60x40 della collezione New Stone per i rivestimenti esterni e materiali di Porcelaingres delle collezioni Oldtimer e Woodstone per le aree comuni interne. Lo stesso ufficio progettazione dell'azienda ha avuto un ruolo particolarmente efficace in fase d'esecuzione dell'opera per la definizione del modulo di facciata e la corretta e puntuale realizzazione dei piani di posa dei rivestimenti.
Tratto da Materia n.66
In prossimità del quartiere Poggiofranco, costituitosi negli ultimi trent'anni quale nuovo nucleo residenziale e direzionale della città, si inserisce l'intervento dello studio Sancilio; il progetto si pone in continuità con le linee disegnate dal successivo piano Quaroni (adottato nel 1973), teso a configurare le prospettive di sviluppo a livello metropolitano di una "cittàregione" e a costituire, in zone urbane ancora connotate dalla tensione città-campagna, centralità nuove ed autonome capaci di porsi quali inediti poli di crescita e mediazione rispetto ai comuni limitrofi di prima corona. Secondo la strategia delle "nuove centralità", nella stessa macro-area, in tempi recenti Oriol Bohigas ha disegnato e ipotizzato un nuovo quartiere attrezzato e, prima di lui, nel 1992 Aldo Rossi fu autore di un progetto di massima per la nuova sede del Politecnico "capace di creare nuovi riferimenti e nuove indicazioni", da realizzare sul prolungamento degli assi infrastrutturali.
Nel disegno planimetrico, infatti, è rilevante la presenza dell'asse infrastrutturale Nord-Sud, previsto dallo stesso piano, asse direttore di crescita e segno ordinatore dei rapporti mor fologici del territorio; tale segno, che trova proprio nel quartiere Poggiofranco il suo baricentro, e che conduce dall'entroterra al por to della città, attraversandone le stratificazioni edilizie e storiche, costituisce il punto di forza del nuovo complesso abitativo disegnato dallo studio barese che si pone, dunque, quale ulteriore frammento di un disegno di piano complesso e lungamente disatteso.
Nel dettaglio, e secondo il programma integrato afferente alle pluralità di funzioni e ai diversi soggetti coinvolti, l'intervento destina 10.000m2 (30.000m3) a edilizia sovvenzionata, per un totale di 100 alloggi in un unico corpo di fabbrica, 5.000m2 (15.000m3) a edilizia agevolata, per un totale di 50 alloggi e 200 alloggi per un totale di 27.000m2 (80.000m3), all'interno di sei corpi di fabbrica che poi definiscono la quinta lungo l'asse viario. Infine, i 122.000m2 per l'edilizia non residenziale, si dividono in 82.000m2 (25.000m3) per la parte commerciale e 40.000m2 (15.000m3) con funzioni direzionali.
Il progetto, all'interno di un lotto di forma irregolare, si compone così di due cortine disposte a delimitare uno spazio verde pubblico, aperto agli sviluppi futuri dell'asse Nord-Sud, dove sono collocate aree di ritrovo e di sosta e spazi di gioco per i bambini, e un secondo giardino interno, concluso e più intimo, a diretto contatto con i corpi residenziali.
L'intero intervento sembra fa proprie più istanze rivenienti dalla "storia" e dalle urgenze di un quartiere nuovo e in espansione.
I volumi alti delle torri residenziali si avvicinano ai profili degli edifici esistenti, caratteri distintivi della fisionomia di un'intera parte di città che voleva, sin dai primi anni di edificazione, e vuole tuttora mostrarsi emancipata e capace. Ancora, soprattutto se si riguarda lo sviluppo planimetrico e la ricerca di spazi differenziati e filtrati in relazione alle diverse tipologie di utenza, il nuovo complesso sembra riguardare l'esperienza dei vicini complessi 167, realizzati con i fondi della legge del 1962 che a Bari, nella zona di Poggiofranco, hanno rappresentato l'esperienza di maggior successo rispetto ad altre zone della città, e ancora oggi connotano significativamente l'attività quotidiana degli abitanti residenti e quelli dei quartieri vicini.
Certo se ne distingue per la cura con cui i progettisti hanno scelto e selezionato i materiali di rivestimento per le facciate, gli spazi interni comuni e le pavimentazioni delle zone a verde. Una dedizione esuberante che con la quantità e la varietà cromatica delle superfici definisce e caratterizza ogni ambiente e, ancora, contraddistingue ogni destinazione funzionale alternando colori caldi con colori più freddi e contrapponendo finiture lisce con superfici opache, nel tentativo di disegnare spazi intimi ed eleganti.
Obiettivo, dunque, è restituire dignità all'abitare comune - nel doppio senso di quotidiano e collettivo - e alla residenza: particolare attenzione è stata, dunque, dedicata alla porzione residenziale dei volumi, attraverso l'impiego di materiali Fiandre con lastre in Pietra Dorata 60x40 della collezione New Stone per i rivestimenti esterni e materiali di Porcelaingres delle collezioni Oldtimer e Woodstone per le aree comuni interne. Lo stesso ufficio progettazione dell'azienda ha avuto un ruolo particolarmente efficace in fase d'esecuzione dell'opera per la definizione del modulo di facciata e la corretta e puntuale realizzazione dei piani di posa dei rivestimenti.
Tratto da Materia n.66
RESIDENZIALE POGGIOFRANCO POGGIOFRANCO (BA) - ITALIA
Anno: 2009
Metri Quadrati: 30000
Committente: Consorzio e sviluppo
Studio: Studio Sancilio Associati
Materiali posati: Pietra Dorata 60x40